Quinta pagina, 24 ore di sciopero.

 

Ore 01.06

Ho appena spento il telefono. Ora filmo l’accaduto e poi vado a nanna.

 

 

Inizia così quella specie di diario che mi ha fatto compagnia per tutta la giornata, che è stato in realtà l’unica cosa a tenermi compagnia in tutta la giornata, perché ho deciso, dal nulla, di tenere telefono e computer spenti per ventiquattro ore. Senza dire niente a nessuno, una giornata intera senza tecnologia, solo io, carta e penna. Com’è andata? Vi lascio il resto del diario.

 

 

Ore 10.23

Ieri ci ho messo un po’ ad addormentarmi, dato che sono abituata a giocare con il telefono finché non mi si chiudono gli occhi. Nonostante tutto, però, stamattina alle nove ero sveglia.

Ho avuto il tempo di fare colazione con calma, senza l’ansia da “Oddio devo muovermi sono già le undici passate.” e senza continue interruzioni tra Facebook e Whatsapp.

Devo ammettere che mi sento sola, perché non c’è nessuno a casa quindi per il momento non avrò contatti con esseri viventi, se non la mia rosa (ho comprato una pianta di rosa per San Valentino, mi sono fatta un regalo da sola, ndr.). D’altra parte però, posso stare tranquilla a prendere il sole senza che la gente mi assilli perché non rispondo ai messaggi.

Per il momento chiudo qui.

 

 

Ore 11.38

Mi annoio perché ho bisogno di prendermi delle pause ogni tanto ma non so cosa fare quando non studio. Per la cronaca, sto studiando la Divina Commedia.

Non sono abituata ad essere così sola. Non posso dirlo a nessuno se trovo qualcosa di bello o divertente o strano mentre leggo. Non posso lamentarmi con nessuno se ho fame. Non posso dire a nessuno che non ho voglia di studiare, anche perché per la mia gioia, non posso fare altro.

Fine della pausa.

 

 

Ore 13.09

Sono ufficialmente passate 12 ore (e tre minuti! ndr.) da quando ho spento il telefono. Mi ci sto abituando e credo che probabilmente un giorno ripeterò l’esperienza.

 

 

Ore 15.48

Dato che non ho voglia di studiare per il momento, mi prenderò un attimo di riflessione.

Era tanto che non scrivevo su carta (ovviamente anche il computer era spento quindi sto trascrivendo le mie memorie solo ora che l’ho riacceso, ndr.) perché grazie al blog mi sto abituando a scrivere direttamente al pc. Mi mancava vedere l’inchiostro asciugarsi.

Continuo a sentire il bisogno di parlare con qualcuno. Continuo a pensare che devo dire una certa cosa ad una determinata persona, programmare un’uscita con qualcuno e cose del genere. E’ incredibile quanto io sia attualmente sola. Probabilmente nessuno si renderà conto che oggi non esisto (con il senno di poi posso confermarlo, sempre ndr.), mentre io devo trovare il modo di far passare un’altra ora e mezza fino a quando dovrò uscire.

Comunque il tempo passa pianissimo senza delle distrazioni e ringraziamo il cielo che ho almeno qualcosa da studiare.

Più tardi stasera (quando avrò finito appunto di studiare e non dovrò sentirmi in colpa) probabilmente cercherò di scrivere qualcosa di carino, ovviamente sul quaderno che ho usato per tante notti quando ero attivissima sulla pagina.

Purtroppo per me, sento Dante che mi chiama quindi se sentirò bisogno di aggiungere qualcosa lo farò più tardi, per ora cerco di concentrarmi ancora un po’, sperando di finire presto.

Comunque lo ribadisco: è un’esperienza che vale la pena di provare, almeno una volta.

 

 

Ore 00.20

Manca ufficialmente meno di un’ora. Non riesco nemmeno a credere di averlo fatto davvero ma sì, ho intenzione di ripetere prima o poi.

Purtroppo alla fine non sono riuscita a studiare quanto volevo ma lo farò domani con il mio telefono al mio fianco.

 

 

Considerazioni probabilmente finali (=oggi ho imparato che): quel telefono ha un ruolo molto più fondamentale di quanto pensassi nella mia vita. Tutti i miei telefoni lo hanno avuto in realtà. Tipo quando credo di controllare che ore sono mentre invece voglio vedere se qualcuno mi ha scritto. Ecco, lo faccio ogni due minuti, anche se poi non rispondo quasi mai subito se qualcuno mi ha effettivamente scritto. L’ho fatto anche oggi con il telefono vecchio che ho usato per filmare la mia disperazione, anche se non c’era nessuna sim e non era connesso a nessuna rete. E’ una specie di vizio che ho a quanto pare. Devo riuscire a levarmelo, la prossima volta non userò nemmeno il vecchio telefono, tanto la mia disperazione mi è bastato riprenderla una volta.

Dopo di che ho scoperto anche quando fuori dal mondo sono, senza telefono. Non solo non posso sentire i miei amici per organizzare uscite e cose varie (tanto alla fine li ho visti comunque per mia fortuna), ma dal momento che vivo lontana dalla mia famiglia non avrei contatti nemmeno con loro, è orribile.

Dopo un giorno di isolamento quasi totale posso dire che se non fossi uscita ad un certo punto, probabilmente sarei finita in un angolino buio della mia camera a piangere come una bambina di due anni. Ormai viviamo in un mondo che è troppo dipendente da tutto questo, spesso e volentieri non ce ne rendiamo nemmeno conto.

 

Se avete voglia, aspetterò di sentire la vostra esperienza, non voglio essere l’unica scema che c’ha provato seriamente, vi prego fatelo.

Ma per ora la vera domanda è: voi quante volte al giorno la controllate l’ora sul vostro telefono?

Una risposta a “Quinta pagina, 24 ore di sciopero.”

  1. Non ho nemmeno un orologio al polso, perché tanto controllo l’ora sul telefono. Quante volte? Dipende da cosa sto facendo.
    Tipo se sono scazzata dalla noia, fino a farmi cascare le tette a terra, controllo l’ora sul telefono ogni due minuti. Rendendomi conto che è peggio.
    Se sono occupata col lavoro o altro, nemmeno guardo l’ora in generale.

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