D’ora in poi solo cose felici.

Non lo so perché mi succede sempre quando torno a casa, ma sono di nuovo finita a riguardare vecchie fotografie che in realtà avevo sul pc e che avrei benissimo potuto guardare da Milano. Sarà stata la noia del giovedì sera, che qui non c’è veramente niente da fare, a parte guardare qualche stronzata alla tv. Ma, forse ve l’avevo già detto, io solitamente la tv non la guardo.

Comunque ho avuto una grandissima sorpresa. Qualche settimana fa ho postato questa foto su instagram e ho messo “foto del nonno” come hashtag perché ero davvero convinta che fosse una delle tante fotografie che gli ho rubato. Invece riguardando negli archivi scopro che l’ho fatta io nel lontanissimo 2010. Non pensavo di essere arrivata così in alto, in un posto così bello che avevo quasi rimosso dalla mia memoria. Ero convinta che l’avesse scattata lui l’estate scorsa mentre io me ne stavo in città oppure in riva al lago.

 

 

Detto ciò ho trovato cose bellissime: laghi, fiori, tramonti, montagne. Ho deciso che non mi interessa niente, d’ora in poi posterò soltanto fotografie fatte da me, anche se poi vado a parlare di tutt’altro. Questo blog parla di me, della mia vita, quindi perché non farvi vedere i miei posti preferiti? Anche perché di molte fotografie non mi ricordavo nemmeno ed è un grandissimo peccato.

 

Poi, come sempre quando sono qui, sono in profonda crisi esistenziale e a momenti non so nemmeno il perchè. Sarà che ormai tutti i miei amici sono a Milano e qui non mi sento più con nessuno, sarà che comunque qui non c’è mai niente da fare, ma mi sento incredibilmente sola e non aiuta sapere che nel frattempo tutti i miei amici sono fuori assieme a divertirsi. Forse è colpa della serie che sto guardando, 13 Reasons Why, forse è proprio il periodo che non va benissimo, ma mi sento davvero sola e abbandonata da tutti, quasi inutile direi. Come se la vita potesse andare avanti benissimo senza di me.

Credo di averne già parlato in qualche post, a me non piace sapere che non sono indispensabile al mondo, anche se è abbastanza ovvio che sia così. Non mi piace sapere che gli altri vivono comunque, senza aver bisogno della mia esistenza, che le cose vanno avanti, che domani sarà comunque un altro giorno, che io sia qui oppure a Milano oppure dall’altra parte del mondo. Non mi piace tornare qui nel mio paesino e trovare i piccoli dettagli cambiati; alberi tagliati, macchine parcheggiate in posti diversi, case con le imposte chiuse. Stavolta è stato ancora peggio, perché una volta arrivata non ho trovato il mio cagnolone ad aspettarmi scodinzolando. Ho trovato solo vuoto, un giardino troppo grande se lui non c’è. Continuo ad aspettarmi di trovarlo quando esco di casa o quando guardo fuori da qualche finestra, ma lui non c’è più. A quanto pare passerà anche un po’ di tempo prima che arrivi un nuovo cucciolo a sostituirlo, un cucciolo che comunque vada non sarà mai il mio piccolino che ha passato tutte le sue giornate a giocare con me da quando è arrivato e che impazziva quando mi vedeva tornare. Sarà soltanto un cucciolo, il cane dei miei genitori e di mia sorella, non so se sarà anche il mio. Torno troppo poco e ne sono consapevole, ma sto meglio così ho capito, senza dover tutte le volte vedere che il mondo cambia e dovermene andare comunque.

Mi sento sola quando sono in casa a Milano perché credo che ormai il bel rapporto che avevo all’inizio con la mia coinquilina si  sia per qualche assurda ragione incrinato. Non so dove abbiamo sbagliato, se in realtà non ci siamo più riprese dopo esserci tirate addosso il peggio qualche mese fa, ma non è più come prima e ormai è già tanto se ci salutiamo prima di andare a letto, anche se probabilmente nemmeno ci accorgiamo di non farlo più. Cioè spero che non lo faccia intenzionalmente.

Mi sento sola perché ho perso tanti amici, volutamente. Ho perso K., che non credo mi legga più da tanto tempo. Me ne sono andata in silenzio, da un giorno all’altro, semplicemente perché non ero più convinta della nostra amicizia. Anche con lui, ci siamo allontanati inconsapevolmente (almeno all’inizio da parte mia) e non sono convinta che continuare a stressare una persona a cui non importa di te sia la cosa giusta. Credo che abbia trovato il modo di essere perfettamente felice senza aver bisogno del mio aiuto, quindi mi sono allontanata e basta. Dal momento che poi non mi ha mai scritto per sapere cosa cazzo è successo, deduco che avevo ragione.
A volte mi manca un sacco e penso a come sarebbe ricominciare a parlarci, ma non sono il tipo di persona che si fa sentire per prima.

Poi sono sparite anche C. ed L., come forse avrete notato visto che no le nomino più da un anno. Questo semplicemente perché stiamo avendo un sacco di impegni tutte quante, tra università, maturità, liceo, patenti, università, università, università. Non so se ogni tanto passano ancora a leggere per curiosare la mia vita, in tal caso ciao, vi voglio bene. Mi mancate.

Poi ci siete voi. Sì, voi che leggete. Da qualche settimana a questa parte sono cambiate le statistiche di altervista e adesso vedo i visitatori reali e le pagine visitate reali (prima no, già) e mi rendo conto che siete pochi, maledettamente pochi. Ho sempre visto questo blog come una sorta di diario dove posso aprirmi con persone che non conosco e ora scopro che quelle persone sono ¼ di quelle che pensavo. È stato un po’ come quando mi hanno detto che Babbo Natale non esiste e mi sento molto più scema a scrivere qui adesso. Se mi leggete, chiunque voi siate, lasciatemi un click ogni tanto, mi farebbe molto felice. Anche se lo dico sempre e nessuno mi caga.

 

Io per ora vi lascio, prometto che ci provo sul serio a scrivere solo cose belle.

Comunque, la fotografia che ho postato qui è stata scattata poco lontano dal mio posticino preferito a 3208 metri di quota.