La forza di andare avanti.

Argomento abbastanza importante per la sottoscritta.

Sono le 23.28 di giovedì 8 ottobre mentre inizio a scrivere questo, anche se non so come e quando lo finirò.

 

È uno di quei momenti in cui mi sento estremamente triste e sola, probabilmente piangerò, perché sono una persona che ha molto bisogno di piangere, molto spesso.

Non lo do molto a vedere, o almeno così spero, ma nonostante con gli amici io sia una persona che più ride e scherza più felice e soddisfatta si sente, quando sono da sola sono l’esatto opposto. A volte anche quando sono con gli amici ma faccio sempre del mio meglio per essere una persona allegra e positiva.

 

La verità però è che ci sono milioni di cose che possono farmi male come niente, non so se è così per tutte le persone ma credo che veramente pochi arrivino ai miei livelli. So per certo che anche L. è messa bene ma non conosco nessun altro che arrivi a piangere perché gli cade una matita in terra.

Dal momento che tanto ormai sono triste, parliamo tranquillamente di cose tristi.

Per esempio, anche se faccio tanto la dura, o almeno ci provo, non mi piace litigare e discutere con le persone, men che meno con quelle a cui tengo. Anche un piccolo battibecco con qualcuno che non conosco mi fa stare malissimo, figuriamoci quando succede qualcosa con qualcuno a cui voglio bene.

In aggiunta a questo ci sono le mie mille paranoie sul fatto che non sarò mai felice, perché vivo nella paura di non riuscire ad essere felice ed ogni minima cosa che va storta sembra dare ragione alla mia stupida teoria. Quindi anche l’ascensore che non arriva più si trasforma in “La vita è una merda”.

Come se non bastasse ci sono tutte quelle bellissime preoccupazioni minori tipo casa, scuola, famiglia, cane, gatto, zio, fratello, cibo, denaro, il/la fidanzatino/a, autobus in ritardo, il titolo di un libro che ti piacerebbe ma che non ti ricordi, impegni dimenticati, pranzi saltati e tutto il resto che veramente rende quest’esistenza una cosa impossibile.

 

Dal momento che però non mi piace la negatività e ho sempre cercato di essere positiva, anche se ho appena avuto un momento orrendo ora mi sforzerò di essere felice, di trovarla anche per me stessa la forza di andare avanti, ancora una volta.

Perché come dico sempre tutto passa.

Per quanto mi riguarda, e non so se questo possa essere utile a qualcun altro, piangere aiuta tantissimo. Con le emozioni sono un po’ come la memoria di un computer, io. Ogni tanto devo prendere tutti i file, trovare quelli brutti e piangere per spostarli nel cestino. Purtroppo per me devo farlo almeno (sottolineo almeno) una volta in settimana, altrimenti non sto bene con me stessa e mi faccio giornate intere da persona triste. Se invece mi concentro su tutto lo schifo dell’ultima settimana e piango per tutto lo schifo in una volta sola, poi sto bene.

È uno sfogo, probabilmente, un modo di buttare fuori tutto quello che c’è di non bello che non se ne può proprio andare in un’altra maniera. E probabilmente mi aiuta anche a scaricare tutta l’ansia di vivere che ho addosso e che si accumula giorno dopo giorno mentre le scadenze si avvicinano inesorabilmente.

Quindi sì, chiunque tu sia, se senti il bisogno di piangere per qualcosa il mio unico consiglio è quello di piangere e basta. Possibilmente una volta che inizi piangi anche per tutto quello che ti ha fatto male negli ultimi tempi, per quello che pensi potrà farti male in futuro, proprio per tutto. Alla fine dopo un po’ smetterai e ti sentirai subito meglio.

 

La forza di andare avanti viene da sé, con il tempo, o almeno così è stato nel mio caso.

Ormai la mia mente è abituata a piangere ogni settimana, ma a parte quell’unico pianto liberatorio quando arriva la goccia che puntualmente fa traboccare il vaso, riesco ad essere sempre una persona forte che non si scompone troppo per nulla. A meno che non siano cose davvero dolorose non piango subito, archivio e sistemo i conti più tardi, in solitudine e non in mezzo alla gente come invece potrebbe capitare ad altri.

La forza di andare avanti la ho tutti i giorni quando ad orari più o meno decenti mi convinco ad uscire dal letto per vivermi un’altra giornata più o meno lunga e difficile.

Soprattutto però la trovo subito dopo aver pianto, ancora con il fazzoletto in mano e il naso intasato, una scena meravigliosa davvero. Mi asciugo le ultime lacrime, capisco che non c’è nient’altro e chiudo tutto. Come ho suggerito a L. nella lettera che le ho scritto (credo/spero di averlo fatto almeno), dopo aver elencato tutte le cose che vanno di merda nella mia mente salto una riga, aggiungo un “nonostante questo” e trovo la mia forza di andare avanti. Che sia un appuntamento speciale il giorno dopo, un semplice pensare a cosa mangerò a colazione, un “ok, domani studio qualcosa che mi piace”, l’importante una volta che il peggio è momentaneamente passato è trovare qualcosa che ci invogli a vivere nonostante la consapevolezza che il peggio esiste ancora.

 

Perché alla fine il peggio non passa mai davvero, per la prima volta sono pronta a condividere qualcosa che ho scritto sul mio famoso diario super segreto con il mondo intero.

Era la prima sera che ci scrivevo, stavo piangendo per cose veramente stupide se mi fermo a ripensarci ora, e le parole che ho rivolto a me stessa sono queste: “Ricordati che lo schifo, tutto lo schifo, prima o poi se ne va. Certo, forse per lasciare il posto ad uno schifo ancora più schifoso, ma di qualsiasi cosa si tratti, un giorno sarà solo un ricordo lontano, te lo prometto”.

Ogni tanto sento il bisogno di ricordarlo anche a me stessa, alle ore 01.21 finalmente salvo e chiudo.

 

Insomniac di nome e di fatto come sempre, alla prossima.