Passato.

Non mi sono mai soffermata, credo, a scrivere cose profonde o a far vedere davvero come scrivo, quello lo faccio in pagina. Qui mi piace lasciarmi il tempo per parlare di cose normali, cercando di non essere troppo negativa.

Eppure vorrei fare un’eccezione per una volta (in realtà un’altra eccezione, visto che in questo periodo sembro essere più triste del solito).

Per una volta vorrei parlare di passato, di paura e di dolore. Il mio passato, le mie paure, il mio dolore. E vorrei farlo usando paroloni e tante metafore come sono abituata a fare.

Mi rendo conto però, dopo averci riflettuto qualche istante (cosa che mi ha portata a cancellare e riscrivere circa cinque frasi)  che di paura e dolore ho già parlato. Giusto per fare un breve promemoria, sono terrorizzata dall’idea di sprecare anche un solo secondo della mia vita e tendo a riprendermi dal dolore piuttosto in fretta perché non mi piace farmi buttare giù, mi piace alzare la testa, rendermi conto che tanto per cambiare sto davvero davvero di merda ma che non mi importa, ho intenzione di superarla. Di buttarmi contro un muro con la sola forza del mio corpo e di continuare a farlo finché quel muro non cade. Magari qualcuno avrà notato che sono una persona piuttosto testarda. È una fortuna.

 

Passato.

Partiamo da quello di verdure per fare una battuta totalmente idiota, mandare via chiunque stesse leggendo e dire che comunque io lo amo, anche se mia madre non me lo faceva mai e io non credo di essere in grado di farmelo da sola perché sono una frana in cucina.

 

Passato quello serio, aka quello che mi sono lasciata alle spalle.

Sono vent’anni che mi lascio alle spalle cose, non è bello rendersene conto.

Ho sempre cercato, credo, di vivere il presente, così da non rischiare di perdermi troppi momenti che avrei potuto rimpiangere un giorno. E già questo è una sorta di vivere al futuro. Ovviamente ho avuto i miei momenti di serietà, ho le mie preoccupazioni, ma il 90% del tempo cerco di non darci troppo peso.

Succede che però a volte è il futuro che viene a cercare me, come fa con tutti. Così succede che per esempio mi capiti di dover fare delle scelte. Spesso non sono facili, soprattutto visto il mio carattere. Soprattutto visto che sono donna e che tra A e B tendo a scegliere C per un periodo ma poi mi rendo conto che c’è D e che forse potrebbe esserci E quindi è meglio F finché non arriva G.

Sì, dopo ventidue post spesi a parlare di niente mi sono finalmente decisa a parlare di amore. Per essere precisi, quella sopra è la perfetta definizione di me e le persone a cui piaccio. Che spesso non arrivano nemmeno alla B ma comunque, perché scegliere A quando da qualche parte nel mondo B esiste di sicuro?

Così ogni volta che mi ritrovo a dover scegliere puntualmente scelgo di non scegliere o scelgo qualcuno che ancora non esiste, convinta che ci sia sempre di meglio, convinta di poter davvero trovare quella persona perfetta che sia in grado di capire qualsiasi cosa di me, quando invece potrei semplicemente provare a vedere quanto sono in grado di arrivare a capirmi A, B, C e amici di turno. Perché sicuramente tra tutte le persone che ho lasciato perdere a prescindere, a istinto, c’era qualcuno che al di là di quel che ne sapevo io, era perfetto.

Lo stesso succede per i momenti no, quando magari rifiuto qualcuno per il semplice fatto che vorrei qualcun altro che non mi vuole. Poi quel qualcun altro comincia a volermi ma io mi rendo conto di volere quello che non ho voluto all’inizio ed ecco che vengo felicemente mandata a quel paese da due persone.

Perché sono estremamente incostante e sono alla continua ricerca di quello che non posso avere.

Così mi ritrovo qui, all’una di notte tanto per cambiare, a pensare a tutti quei “no”, chiedendomi dove sarei ora se avessi detto qualcosa di diverso, se mi fossi comportata in modo leggermente diverso anche solo una volta.

 

Il passato in fin dei conti è anche questo, non è solo guardarsi alle spalle e rivedere errori, vittorie, sorrisi, dolore, perdite. Il passato è anche un buco nero dove scelta dopo scelta scompare tutto quello che avrebbe potuto essere ma che per un passo più veloce di un altro, per un autobus perso o preso, per un caffè al posto di un the, non è.

Il passato non è solo il presente di un attimo fa ma anche il futuro che costantemente scartiamo senza nemmeno esserne consapevoli. A volte si tratta di perdere cose del tutto banali, altre volte chissà.

Il non riuscire ad accettare tutto quello che in qualche modo ho perso, più per stupidità mia che per altro, mi porta a stare male, a tormentarmi la notte chiedendomi cosa sarebbe successo, come starei ora. Probabilmente starei dormendo tranquilla e invece sono sveglia a pensare e a terrorizzarmi da sola ripensando all’incubo di ieri notte (sto scrivendo alle ore 1.23 del 29 ottobre). Magari non mi sentirei così sola o magari sarei comunque a pezzi, magari non vivrei a Milano ma a Roma o all’estero. Magari non avrei nemmeno mai creato un blog, visto che anche quella è stata una scelta presa a caso in un momento di noia e chi mai avrebbe immaginato che sarei arrivata ad amare così tanto quello che sto facendo, a desiderare così tanto di continuare a mettere i ricordi su pagine e pagine che poi chissà se qualcuno le legge o se me lo sto solo sognando.

 

Insomma, a degna conclusione posso dire a mia difesa che pensavo che tutto questo sarebbe risultato molto più triste e cupo di quanto in realtà è.

Il fatto è che scrivendo mi sono resa conto che non sono solo io a fare delle scelte ma tutto il resto del mondo. Non sono l’unica ad avere il suo buco nero personale con tutte le cose non fatte, nel bene e nel male. Ognuno di noi ha il suo buco nero personale e credo che siano tutti più o meno della stessa misura.

Non sbaglio solo io, anche se questo non è un buon motivo per continuare a sbagliare come se niente fosse.

Le scelte sono di tutti, quel passato esiste e non saprò mai cosa c’è nel buco nero quindi tanto vale mettersi l’anima in pace e non starci troppo male. Ecco, questo è quanto dura il mio stare male, tempo di scrivere una pagina. Ed è un bene che sia così.

 

Non posso vedere come sarà il futuro quando ho davanti una scelta e non potrò mai sapere cosa sarebbe successo se io avessi fatto anche una singola cosa tra quelle che non ho fatto, ma forse è meglio lasciare le cose per buchi neri ai buchi neri e riguardare indietro nel passato quello vero, che in fin dei conti non è neanche troppo male.

Avevo promesso di cercare di essere più poetica no?

 

 

Alle ore 1.39 Insomniac si ritira per deliberare visto che domani lingua inglese sarà impietosa come al solito. Forse certe scelte potevo evitarle in effetti.

 

(Siccome ho parlato di buchi neri e le stelle mi piacciono tanto tanto..beh.)