Sogni.

Argomento suggeritomi da K. (scusa bff, non faccio mai nomi), quindi tanto per fare qualcosa di questa giornata credo che scriverò.

Siccome mi dimentico sempre i titoli di coda, dico quello che devo dire dall’inizio.

Prima di tutto mi scuso in anticipo per le assenze future ma da ottobre cambio casa e non avrò internet per un po’, quindi resterò senza aggiornare. Sempre se c’è qualcuno che mi legge che io non conosco.

Come seconda cosa, parlando di chi mi legge, ringrazio ovviamente K. che si è appassionato e L. che piange per ogni cosa che scrivo. Però riuscite a convincermi a scrivere pagina dopo pagina quindi grazie davvero, è bello sapere che qualcuno c’è.

Poi, dal momento che non mi piace proprio fare quello che mi dicono di fare, parlerò sì dei sogni contorti che la mia mente non si sa bene come riesce a mettere insieme, ma anche dei sogni che ho per il futuro, cosa che K. non aveva assolutamente previsto.

 

 

Dunque, tra i sogni più degni di nota della sottoscritta ci sono senza dubbio quelli che facevo quando ero bambina e che mi terrorizzavano al punto che dall’alto dei miei sette/otto anni cercavo disperatamente di andare ad infilarmi nel letto dei miei genitori.

Sui primi tre, inoltre, ricordo perfettamente di aver scritto un tema alle elementari.

Numero 1.

Sono in casa di mia zia (veramente prozia) che vive due piani sotto casa mia, tranquilla. E’ notte, chissà che ci faccio lì. In effetti è proprio ora di tornare a casa mia. Per farlo ho due opzioni: una scala buia che fa rumori strani (che ancora oggi mi piace molto poco) oppure passare da fuori, attraverso il giardino che essendo un giardino un po’ strano è in salita e quindi mi porta a casa. Ovviamente lascio perdere l’idea di passare da dentro.

Così esco da casa della zia ma sfortunatamente c’è qualcuno ad attendermi. Certo, sarebbe stato troppo semplice uscire ed arrivare a casa e poi che sogno sarebbe stato?

Beh, colui che mi aspetta ha una faccia da zucca, proprio quelle zucche che facevo per Halloween, anche se non ricordo precisamente in che periodo dell’anno io abbia sognato questo. Il resto del corpo di questa cosa è coperto da un enorme lunghissimo mantello nero quindi per mia fortuna non posso vederlo.

Terrorizzata cerco di trovare comunque il modo di raggiungere casa mia, ma lui ovviamente mi sbarra il cammino. Non contento comincia anche a parlarmi, anche se a distanza di più di dieci anni non so bene cosa mi abbia detto.

Miracolosamente mi ricordo che ci sono sempre le scale, per quanto buie e antipatiche possano essere sono un posto sicuro. Ovviamente però la porta di casa della zia e chiusa e mi sveglio totalmente in panico.

Non mi sono mai soffermata a pensare a cosa volesse dirmi la mia mente con questo ma sicuramente ai tempi un qualcosa sotto c’era. Mi piacerebbe saperlo, un giorno, dato che questo sogno è sempre il primo che mi viene in mente quando si parla di queste cose.
(Avrò avuto 7/8 anni al massimo, non è colpa mia se avevo paura di cose assurde)

 

Numero 2.

Stavolta la scena comincia addirittura in terza persona, o qualcosa del genere. A otto anni la mia mente funzionava meglio dei film. Ad ogni modo vedo una capanna in montagna, fuori fa freddo e nevica.

Poi, più o meno come quando nei videogiochi inquadrano il tuo personaggio da fuori e poi prendi il controllo, mi ritrovo ad essere me in camera mia (giuro che non vivo in una capanna in alta montagna e che sono consapevole che questo non ha senso), ma stavolta ho compagnia. Con me c’è un pastore, ma giuro che non sono Heidi.

Dunque, non si sa bene per qualche motivo, questo pastore ritiene che sia giusto informarmi del fatto che i lupi stanno arrivando (in casa? Sul serio cervello?) e che dovremo difenderci con quello che abbiamo. Non ha nemmeno finito di dirlo che ovviamente il primo lupo entra in camera passando tranquillamente dal corridoio illuminato. Ora, dico io, chiudere la porta invece di parlare? Ad ogni modo, in un attimo di estremo coraggio mi butto sulla povera bestia cercando di strangolarla, anche se ovviamente il malcapitato non è dello stesso parere e cerca a sua volta di far fuori me.

Di nuovo mi sveglio nel panico più totale, senza aver capito chi dei due ha avuto la meglio.

 

Numero 3.

Questa volta sono di nuovo in giardino ma per fortuna è giorno e sto tranquillamente giocando a palla con il cane. In poche parole non c’è niente che mi faccia supporre che anche stavolta il sogno diventerà qualcosa di orribile, forse stavolta posso dormire tranquilla nel mio letto no? No.

Perché mentre io prendo la palla il cane mi salta addosso e comincia a mangiarmi viva.

Ovviamente essendo un sogno non sento nessun dolore e non muoio ma so con certezza che il cane, proprio il mio batuffolino (per modo di dire, visto che è un pastore tedesco, o meglio era ma comunque non soffermiamoci troppo su queste cose) mi sta usando come pranzo.

Poco carino, ovviamente, il risveglio.

 

Numero 4.

Sogno purtroppo ricorrentissimo, che mi capitava di fare più o meno ogni notte in quel periodo.

Mi sveglio nel mio letto (sognavo di svegliarmi, sì) e noto che la luce è accesa. Fin qui tutto bene, se non fosse che sulla porta della camera c’è mio padre con un fucile pronto a spararmi.

Il sogno finisce qui, la prima volta, ma la notte dopo riesco ad alzarmi e scappare, così, di volta in volta, sogno dopo sogno, scappo sempre più lontana da lui, con la consapevolezza che probabilmente le mie spalle sono comunque nel mirino e che ogni passo potrebbe essere l’ultimo.

Diciamo che non è stato affatto piacevole.

 

Qui si conclude la parte sui miei sogni notturni, visto che non sto sognando nulla di interessante per quel poco che riesco a ricordare la mattina dopo, solo cose estremamente contorte che non interesserebbero a nessuno e che riguardano la mia vita privata. Un ringraziamento va alla mia psicologa personale, E. che probabilmente non leggerà mai questo blog. Però dal momento che anche lei ama scrivere, Dio se ama scrivere, la trovate qui.

 

Per quanto riguarda i miei sogni futuri, sediamoci un attimo per parlarne brevemente.

Il più grande sogno che ho non è quello di scrivere un libro o di diventare famosa come molti probabilmente pensano. Il mio sogno è quello di riuscire a cambiare qualcosa con quello che ho da dire. Riuscire a far capire a qualcun altro oltre a me che questo mondo così non funziona, che non mi piace, convincere anche quel qualcun altro a fare qualcosa per cambiare a sua volta. E lo so benissimo che è un sogno grande.

Ovviamente poi vorrei scrivere qualche bel libro che venga ricordato un giorno, essere ricordata per la persona che sono da qualcuno.

Poi c’è il sogno che non si realizzerà mai perché non ho colto la mia occasione, ovvero quello di volare, di pilotare aerei. Ma ho avuto paura e ora ne pago le conseguenze.

 

Detto questo, anche se non mi soddisfa per niente quello che ho scritto, chiudo e pubblico.

Spero di risentirvi presto.