L’inverno sta arrivando.

No, giuro che non sono completamente fissata con Game of Thrones.

 

Comunque, ciao! Dopo quanto tempo? Mesi? Anni?
Come state? Dove siete stati? Cosa avete fatto?

Io sono tornata apposta per raccontarvi un pochino di me, di questi ultimi mesi di mia latitanza. Mesi di esami. A gennaio 2017 me ne mancavano credo 13 per la laurea. Ad oggi ne mancano solo 3.

Oggi, comunque, siamo qui per parlare di cose felici, di come ho passato questa bellissima estate, anche se ha avuto alti e bassi.

 

Dunque, dopo aver finito la sessione estiva, sono partita praticamente subito per tornarmene a casa mia tra i miei monti, che stanno iniziando a mancarmi da fare schifo. Non ero sola, perché signore e signori, il Coso è venuto con me. Ho rivisto la mia cara vecchia socia di malefatte e paesaggi che da troppo tempo volevo riassaporare.
Uno per tutti il Lago di Tovel, che non è famoso come quello di Braies ma forse addirittura più bello perché non c’è così tanta gente a vederlo. Ho addirittura trovato il coraggio di metterci dentro i piedi, anche se l’acqua era freddissima, l’aria non era delle più calde e c’erano milioni di girini. Faccio la brava e vi lascio una foto dello spettacolo. Se siete attenti osservatori noterete che ne ho messa una simile qui solo che quella era stata scattata dal mio nonnino.

 

Ho rivisto anche il mio posto preferito al mondo, anche se non sono arrivata a 3208 metri per questione di poco allenamento. In questo caso, credo che ormai le parole siano inutili, visto che ogni volta che ne ho occasione ne parlo. Però visto che non mi era mai capitato di vedere le cascate nel primo pomeriggio, ancora una volta, lascio che siano le immagini a dire quello che io non riesco.

 

Non so se vi è mai capitato, ma io mi sento minuscola e impotente da morire davanti a queste cose.

 

Proseguendo con il racconto: sono tornata a Milano con le lacrime agli occhi, come tutte le volte.
Ho scoperto che Ludo è tornato dalla Cina dopo un anno. Il caro vecchio Ludo che forse ogni tanto passa a curiosare. Se volete sapere com’è stare un anno in Cina senza mai scrivere niente, questo è il suo  blog dove lui non scrive mai niente.
Poi siamo andati al lago, dove abbiamo visto un arcobaleno su una nuvola. Non pensavo nemmeno che fosse possibile, ma evidentemente, se avete la fortuna di essere al posto giusto nel momento giusto, potete vederne uno anche voi. Non ho nemmeno avuto il tempo di fare una fotografia, purtroppo.

Ad agosto ci siamo spostati di nuovo. Con mia grande gioia ho preso l’aereo. Vacanza a Lisbona con gli amici, ma seguirà un resoconto accurato sulle cose da non fare assolutamente quando andate in vacanza. Prima o poi GIURO che parlo sia di Londra che di Lisbona. Ve lo prometto con tutto il cuore. Però voi dovete promettermi in cambio che avrete la pazienza di aspettare qualche annetto.
Non voglio anticiparvi niente, se non che tutte le foto che ho fatto sono di cose stupide e che sono quasi morta.

 

Dopo il ritorno a Milano ho vissuto alcune disavventure. Al lago, dove Coso è stato punto da un’ape molto cattiva sotto il piede ed è dovuto stare fermo per alcuni giorni. E poi a casa, dove sono andata a trovare il mio cane e sono scoppiata a piangere perché non mi piace per niente il posto dove riposerà fino alla fine dei tempi.
C’è da dire, però, che sono stata in montagna con il mio papà come quando ero piccolina ed è stato bellissimo. Per la prima volta sono riuscita a vedere qualche animale io per prima, senza che fosse lui a dirmi dov’erano. Si vede che quando ero bambina ero una schiappetta, perché penso sia stata proprio la prima volta.

 

Devo aggiungere anche che sono sopravvissuta a un prelievo e due flebo in ospedale causa gastroenterite a tre giorni dal primo esame della sessione di settembre. E che ho un nuovo cucciolo, anche se ancora non ho avuto modo di conoscerlo bene.

Nonostante tutto, sono riuscita a passare anche gli esami di settembre e ora sono qui a guardare al futuro con un po’ di malinconia e tanta paura. Non so ancora cosa voglio fare una volta finito questo percorso. Una volta a chi mi chiedeva “e dopo la laurea?” rispondevo, sicura di me, che sarei andata a fare giornalismo. Dopo l’esperienza di Buck mi sono resa conto che non per forza devo farlo se voglio scrivere un libro, che con tanto impegno e tanto lavoro posso farlo anche da sola, forse. Il fatto che in questo anno di Buck ci siano state persone che mi hanno detto “il tuo racconto è il mio preferito, posso farti un’intervista?” (sto parlando di Nadia) o che mi hanno fermata alle presentazioni per farmi i complimenti, ha aumentato di molto la mia autostima di scrittrice. Ho capito che quello che scrivo, anche se a volte non piace eccessivamente a me, magari può essere apprezzato da altri. D’aiuto addirittura.

Tra l’altro, parlando di scrittura, se volete leggere qualche racconto scritto da me invece che i soliti post, questo è il mio profilo di Typee. E’ una piattaforma per scrittori/lettori nata da qualche mese, ogni tanto mi viene in mente di metterci qualcosa. Anche se devo ammettere che i testi più belli che ho scritto (almeno secondo me) li sto tenendo da parte per combinarci qualche altra cosa.

 

Penso di poter chiudere qui, anche se le cose che vorrei dire sono tante altre. Solo che quando vorrei dire tutto poi faccio confusione e finisco con il dire praticamente niente, scusatemi.

 

Prometto che ci risentiamo presto.